Pietro III di Russia (Pyotr Fyodorovich, in russo: Пётр III Фёдорович; Kiel, 21 febbraio [Calendario giuliano: 10 febbraio] 1728 – Ropša, 17 luglio [Calendario giuliano: 6 luglio] 1762) fu imperatore di Russia per soli sei mesi nel 1762. Era nipote di Pietro il Grande e marito di Caterina la Grande, che lo depose tramite un colpo di stato.
Ascesa al trono: Pietro, nato Karl Peter Ulrich di Holstein-Gottorp, divenne erede al trono russo dopo la morte della zia Elisabetta I, che lo adottò e lo portò in Russia. La sua educazione e i suoi interessi erano fortemente influenzati dalla cultura prussiana, e provò poca simpatia per la Russia. Il suo regno iniziò il 5 gennaio 1762 (calendario giuliano) alla morte di Elisabetta.
Politiche interne ed esterne: Le politiche di Pietro III furono controverse. Ammiratore di Federico II di Prussia, ritirò immediatamente la Russia dalla Guerra dei Sette Anni e siglò la pace con la Prussia, alienando i suoi alleati e offrendo a Federico condizioni favorevoli. All'interno, introdusse riforme che includevano la secolarizzazione delle terre della Chiesa Ortodossa Russa e la proibizione della persecuzione dei Vecchi Credenti. La sua politica più popolare fu il "Manifesto sulla Libertà della Nobiltà" che esentava i nobili dal servizio statale obbligatorio. Tuttavia, queste politiche, combinate con il suo comportamento eccentrico e il suo disprezzo percepito per la Russia, lo resero impopolare sia tra l'élite che tra il popolo.
Deposizione e morte: L'insoddisfazione verso Pietro III crebbe rapidamente, alimentata da sua moglie, Caterina. Con il sostegno della Guardia Imperiale, Caterina orchestrò un colpo di stato nel luglio 1762. Pietro fu arrestato e costretto ad abdicare. Poco dopo, morì in circostanze misteriose mentre era sotto la custodia di Alexei Orlov. La versione ufficiale fu che morì di colica emorroidaria e apoplessia, ma molti credettero che fosse stato assassinato per ordine di Caterina.
Eredità: Il breve regno di Pietro III ebbe un impatto significativo sulla storia russa. La sua politica di pace con la Prussia permise a Federico II di Prussia di salvare il suo regno dalla sconfitta, e la sua "Libertà della Nobiltà" ebbe conseguenze durature sulla società russa. La sua morte aprì la strada all'ascesa di Caterina%20la%20Grande, che regnò per oltre tre decenni e trasformò la Russia in una grande potenza europea. Il suo regno è ancora oggi argomento di dibattito tra gli storici, che si interrogano sulla sua competenza come sovrano e sulle circostanze della sua morte. La sua figura rimane una delle più controverse della storia russa. La decisione di ritirarsi dalla Guerra%20dei%20Sette%20Anni ebbe ripercussioni significative a livello internazionale. Il Manifesto%20sulla%20Libertà%20della%20Nobiltà cambiò radicalmente il rapporto tra lo stato e la nobiltà russa.
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